Quando si parla di
mutuo a tasso variabile viene (più o meno a tutti)
in mente
l'indice Euribor.
Pochi sanno però che l'Euribor non è l'unico parametro che la banca può utilizzare per indicizzare l'andamento del tasso variabile
al costo del denaro. Un
secondo paramentro utilizzato è il tasso di riferimento della
BCE – Banca Centrale Europea.
Dal 2009 le banche in Italia sono obbligate (Decreto anti-crisi numero 185 del 2008) a contemplare nel bouquet
delle offerte anche
mutui a tasso variabile indicizzato al tasso BCE, indice
tecnicamente meno volatile rispetto
al tasso Euribor. Gli Euribor infatti variano di giorno in giorno mentre
il
tasso BCE invece può essere modificato solo dalla
Banca Centrale Europea e, di conseguenza, è molto più
stabile e
non risente della volatilità dei mercati finanziari nelle fasi di tempesta.
Il
mutuo a tasso BCE è ad ogni modo un mutuo
poco richiesto, da un lato
perchè
poco pubblicizzato dalle banche eroganti, dall'altro perchè - a parte la breve parentesi di fine 2008 in
cui il tasso Euribor si impennò oltre il 5% superando di circa un punto percentuale il tasso BCE -
gli
Euribor si posizionano sempre sostanzialmente ad un livello leggermente più basso rispetto al tasso BCE. Dal
2016, inoltre gli Euribor sono in territorio negativo, mentre il tasso BCE è pari a 0, di conseguenza un mutuo indicizzato
all'Euribor risulta più conveniente.