Mutui più leggeri con i tagli già fatti (e quelli attesi)

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Mutui più leggeri con i tagli già fatti (e quelli attesi)
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Il Sole 24 Ore

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Non c'è due senza tre. Dopo le sforbiciate di giugno e settembre la Banca centrale europea non delude le aspettative degli investitori e ha tagliato ancora una volta, di 25 punti base, il costo del denaro. Una buona notizia anche per la vasta platea dei mutuatari italiani. Basti pensare che, secondo una nuova ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, quattro italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo. La stessa ricerca evidenzia inoltre che il 35% è insoddisfatto delle condizioni economiche del mutuo. Coloro i quali stanno rimborsando un tasso variabile, però, saranno certamente un po’ più soddisfatti dopo la nuova mossa della BCE. Su un mutuo di 150mila euro a 30 anni stipulato non da molto (ipotesi 2022), 25 punti base in meno equivalgono a un risparmio mensile di 21 euro. Se consideriamo che i tagli effettuati dalla BCE dalla scorsa estate sono tre, l'impatto sulla rata è pari a 67 euro. In sostanza la rata si è ridotta in pochi mesi dell'8%.

La rata si è ridotta in pochi mesi dell'8%, sorridono anche le prospettive. Perché la BCE non dovrebbe fermarsi qui. I future sull’Euribor a 3 mesi stanno scontando altri cinque tagli da qui a fine 2025. Un movimento che dovrebbe portare la rata dello stesso mutuo utilizzato come esempio a scendere a regime di 148 euro al mese. Circa 1.800 euro l’anno. Ovvero il 20% in meno rispetto al periodo più buio toccato a fine 2023. L'impatto della BCE ovviamente non riguarda solo coloro che stanno rimborsando un mutuo variabile ma ridisegna anche il duello amletico con il fisso per chi sta pensando di stipulare adesso un nuovo mutuo. A tal proposito gli ultimi dati di Crif evidenziano che la domanda di mutui in Italia è tornata a rialzare la testa: nei primi nove mesi del 2024 è aumentata del 7,2%, con un'accelerazione su base mensile a settembre del 19,2%. Quale tasso preferiscono gli italiani? «Oltre il 90% dei nuovi mutui, tanto di acquisto quanto di surroga, sono a tasso fisso. Nonostante il variabile stia diventando più conveniente rispetto a un anno fa continua a costare molto di più, tra l’1 e l'1,5% in più, rispetto al fisso», sottolinea Guido Bertolino, responsabile business development di MutuiSupermarket.it. «È molto probabile che il sorpasso in termini di convenienza iniziale del variabile sul fisso possa avvenire fra 18-24 mesi. Con un divario che dovrebbe essere comunque residuale. Anche per questo motivo, nel dubbio di un eventuale piccolo risparmio oggi molti italiani preferiscono la strada sicura del fisso che costa meno e assicura la rata da eventuali altre impennate dell'inflazione».

— Vito Lops

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